Venerdì Santo 2016: la via della luce

 

Cari fratelli e sorelle. Sono passati otto anni dal quel cammino iniziato con l’EP 33, e ora sono qui per annunciarvi la conclusione: Via Lucis.

È stato un vagare errante e ancora mi chiedo se sia più giusto vivere in una botte, o da saggio stilita, su di un’alta colonna posta in mezzo a questo deserto. Perché in tutto questo camminare, musicare, esplorare, non ho visto che il nulla. Il niente meraviglioso infinito niente.

Avevo deciso di chiudere l’esperienza INCHIUVATU già nel 2008 con l’album Miseria, o almeno lo aveva deciso uno dei tanti io che mi affollano, invece mi si aprì davanti un nuovo sentiero che divenne prima passione, poi mistero e in fine luce. Oggi affronto, anche con voi, questo riappropriarci della luce e della possibilità di risorgere dalle nostre stesse ceneri. Occorre prima annientarsi, tante e tante volte, poiché molte sono le maschere che indossiamo al punto da farci perdere di vista del tutto. E poi ambire alla rinascita.

Stiamo, io e Inchiuvatu, entrando in una nuova ERA, in un nuovo giardino dei piaceri, ma dove, sia il giardino che i piaceri, sono anch’essi mutati… in meglio? E cos’è il meglio o il peggio? Ma questa è un’altra storia.

Oggi è il Venerdì Santo ed è giusto onorarlo con l’atto conclusivo di questa indagine sull’uomo, sull’inchiuvatu maestro. Se prima avevo pensato ad una trilogia di EP, che comprendeva tutta la narrazione possibile attraverso il racconto evangelico  dell’età di Cristo, del supplizio e della morte , ho ben pensato poi di estenderla a ben altri due lavori sicuramente affascinanti e pionieristici. Uno è Via Matris del 2014 con l’assoluto approccio acustico ma con un forte richiamo al folk black metal, e l’altro sarà Via Lucis, lavoro in cui ho sì sperimentato, ma anche tirato le somme di un progetto musicale così vetusto e che forse aveva esaurito tutto quel che aveva da dire.

Ecco dunque la Pentalogia di Inchiuvatu

Vi dico subito che sto ancora scrivendo e registrando i 14 brani che ne faranno parte con una sorta di tecnica mista. Vi dico chiaramente che non ho idea di quando riuscirò a finire. Vi dico che i compagni di sempre saranno qui a sorreggermi, nella buona e nella cattiva sorte.

Ecco alcuni titoli di Via Lucis: Alliviscìu (Trionfu), Balàta Scunsacrata, Maddalena, Runa, ‘Itu, ‘Utu, Iti, Sceusa, Làu, Petru, Ruvina.  

- agghiastru

 

 

 

(questa intervista ad Agghiastru, risale al dicembre 2015, marco)



Da trilogia, con gli EP 33, Ecce Homo e INRI, a pentalogia, con Via Matris e il nuovo Via Lucis. Tutti incentrati sulla vita di Cristo, o dell’Uomo in genere, e devoti all’esplorazione di un nuovo territorio musicale nel folk black metal. Cerchiamo di capire il senso di tutto questo, approfondendo la questione col maestro.

A mio parere l’Inchiuvatu di Miseria aveva espresso tutto il suo potenziale, esaurendosi. Tutto era stato scritto, poteva anche chiudersi lì la questione. È un doppio album con delle canzoni che rimandano al passato e si chiudeva il cerchio. Mi riferisco a Nenia II, Impura (Ave Matri parte III), Schiuvatu. Ho sempre sostenuto che il metal, poiché è una musica estremamente ricca di sfumature, arrangiamenti, ritmi, eccetera, finisce con l’esaurirsi nel giro di circa 5 album. Poi c’è la clonazione che prende i più, mantenendo una sorta di “posto di lavoro”. Questi artisti non sperimentano più. I fan vogliono vivere un'eterna adolescenza. I dischi si fanno fotocopie su fotocopie. Io no. Non mi sono arreso a fare Addisìu parte seconda, mai. La pentalogia 2008/2016, sarà qui a dimostrarlo.

Dopo questa premessa mi sembra di poter affermare che, dal 2008, inizia una nuova vita per Inchiuvatu. Spiegaci bene questo passaggio.

33 è arrivato per caso. Una sorta di contenitore di b-sides da Addisiu. Utilizzando la drammascin come agli esordi mi sono ricongiunto col passato. Poi c’ho preso gusto. Anche perché, stampandolo solo su dei cd-r, non avevamo la responsabilità di doverci investire troppi soldi. Anzi, l’idea di confezionare un prodotto sempre più artigianale mi stimolava sempre di più. Una buona cerchia di sostenitori illuminati volevano che io continuassi a sperimentare, che di Addisiu prendessi il senso anarchico e rivoluzionario e trovassi nuovi linguaggi. Allora eccoci ritornare alla Kiana nel 2009. Montiamo in una notte un set live sotto un ulivo e incidiamo Ecce Homo. Crudo, istintivo e magico, così come il black metal deve essere.

Ed eccoci quindi al 2013 con il monumentale INRI. 14 stazioni, 14 brani. Perché di questa sfida e quali sono le canzoni che maggiormente ti hanno segnato?


Con la pubblicazione di Miseria non è stato facile mettere in discussione tutto il progetto Inchiuvatu. Avevo bisogno di una guida, qualcuno che mi potesse aiutare in questa mia Via Crucis musico-artistica e la figura giusta era, ed è, proprio Gesù. Tieni conto che il mio pane quotidiano è la Storia dell’Arte, per cui da Cimabue in avanti, non ho fatto altro che studiare le gesta raccontate nei dipinti dei pittori del rinascimento. Tradurle in musica è stato elementare. E impari tante cose. I 14 episodi mi hanno permesso di sperimentare molto, di approfondire i diversi aspetti stilistici del progetto. Veronica somiglia molto alle cose di Addisiu, ma Salma va completamente fuori. Cristo Pasto è una canzone spiazzante, ma in linea con Cristu Crastu. El Cireneo e Aìsa incarnano la nuova parte folk blues di Inchiuvatu, mentre Amen è la perfetta sintesi di come quell’oscurità tribale e mediterranea deve manifestarsi. INRI è stato davvero un grande salto nel buio ma dove alla fine ho fatto chiarezza e visto la luce.


E dunque poteva chiudersi anche qui la tua fase riflessiva. Siamo difatti di fronte ad una bellissima trilogia di EP sostanziosi. Ma poi arriva l’illuminazione e un animale particolare, e qui il cambiamento è fortissimo.


La libertà è una droga. Quando sei libero ami vivere, e vivere è curiosare in ogni angolo del Creato. Mi sono chiesto chi ero, dov’erano le mie fate/muse, quelle raffigurate in Addisiu. Dov’era Lu Jaddinu di lu Piaciri, che fine avesse fatto. Ebbene, il giardino si è gradualmente trasformato in un deserto, e in mezzo a tutto ciò il teschio di un Vitello mi attraeva come una sirena. Non più una maliziosa trinacria, ma la scarnificazione di quel Vitello D’Oro che gli uomini innalzarono a Dio quando Mosè salì sul Sinai. Non potevo più chiudere questa fase con i soli tre EP precedenti. C’era ancora qualcosa da esplorare ed elaborare. Mi sono chiesto cosa mancasse veramente al progetto Inchiuvatu, e parte della risposta riguardava il suono. Buone le tematiche, ottimo il dialetto e la composizione, ma il suono proprio no. Mi sono chiesto se fosse possibile realizzare un intero album black metal suonato solo con strumenti acustici. Ho immaginato quali sonorità avrei sentito attorno al Vitello di Aronne e così ho trovato l'elemento tribale che mancava. Ebbene, viva Via Matris. Non potevo non farlo, quel suono nasceva in un angolo della mia mente e oggi è realtà. Chi non ha compreso la potenza di questo lavoro stia lontano della Mediterranean Scene. Oggi siamo maturi. Oggi siamo sbocciati.


È indubbio che canzoni come Scrucifissu, Trafitta, In Utero o Santa Balata rappresentano un grado di sperimentazione altissimo che, proprio come accennavamo prima, i soliti nomi del metal, esaurendo il loro potenziale artistico in circa cinque album, si sognano di proporre al proprio pubblico. Tu invece li sfidi, rilanci e vuoi portarli oltre… Anche se il capitolo conclusivo è già all’orizzonte…


Chi vuole ascoltare INCHIUVATU, o i miei progetti, deve mettersi in testa che deve studiare. Deve fare i conti con la cappella degli Scrovegni di Giotto. Deve imparare il vangelo, leggere la filosofia greca, i latini, capire la nostra Storia, sia essa pagana che cristiana. Deve comprendere il rock progressivo degli anni 70. Deve fare da detonatore alla crescita di un fenomeno musicale stimolante, e non subire passivamente la mercificazione di musica gloriosa come accadeva agli inizi dei ‘90, ma che ora ha meno dignità di una canzonetta commerciale di uno spot pubblicitario. All’orizzonte c’è Via Lucis, una nuova sfida, la resurrezione di INCHIUVATU. La sconfitta della morte da parte della vita.

 

- marco INCH Productions staff

 

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